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Allergia al LATTE Vs Intolleranza al LATTOSIO: un video che sintetizza la differenza.

Allergia al LATTE Vs Intolleranza al LATTOSIO è il titolo di un video realizzato grazie alla collaborazione tra CIBO AMICO (Associazione CiboAmico Allergie Alimentari e Anafilassi) e AILI (Associazione Italiana Latto-Intolleranti), per riuscire a rendere di immediata comprensione una differenza sostanziale tra due patologie spesso confuse da molti, ma chiarissime ai pazienti, soprattutto quando si parla di sintomi.

Come è nata l’idea, quali le finalità e i destinatari ce lo svelerà Valeria Invernizzi, presidente di Cibo Amico nella breve intervista che segue, perché in questo post il protagonista è il video e non la parola scritta… si legge troppo e si memorizza troppo poco, chissà che le immagini non aiutino a fissare anche i concetti in modo più permanente…
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Zucchero a velo senza additivi, fatto in casa, a prova di bambino allergico.

SENZA PROTEINE DEL LATTE, DELL’UOVO, GRANO, GLUTINE, ADDITIVI

Ebbene sì! Visto che già non usavo le uova, temevo che lo zucchero di canna integrale mi facesse precipitare i blinis e allora ho provato a fare quello che facevano le nonne, solo che invece di usare il mattarello o la bottiglia (come mi ha raccontato la Nonna Rosella che lo vedeva fare da sua nonna…), io ho usato il mixer 🙂 E il risultato è stato più che apprezzabile e questo posso usarlo anche con i nostri popcorn quando invitiamo l’amichetta di Alice, celiaca e per la quale non posso usare qualsiasi zucchero a velo (che non sia autorizzato dall’AIC). Non solo. Alcune marche di zucchero a velo vanigliato contengono anche proteine del latte o recano la dicitura “Può contenere…” e quindi non può essere consumato da tutti gli allergici a quell’allergene. Continua a leggere

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Allergia a latte e derivati e uovo: attenzione alla dicitura “VEGETALE” sui prodotti

VEGETALE, A BASE VEGETALE e 100% VEGETALE non sono sinonimi.

Il consumatore vegetariano, vegano, … allergico, però, erroneamente convinto che vegetale equivalga necessariamente all’assenza di proteine animali, potrebbe essere indotto all’acquisto di prodotti che proprio vegetali non sono e che in realtà contengono, per esempio, latte o derivati e/o uovo… 

Attenzione: in ogni caso la dicitura 100% vegetale non nasce in difesa degli allergici.

In commercio ci sono condimenti (tipo panne, besciamelle), pietanze (tipo hamburger, wuerstel), dolci (tipo gelati, yogurt) e altri prodotti, sulla cui confezione viene indicato “vegetale” oppure “a base vegetale”, e invece, leggendo l’etichetta si scoprono ingredienti indesiderati come latticello, latte in polvere, siero di latte, albume d’uovo, eccetera, ovvero proteine animali per i vegani, potenziali allergeni per gli i soggetti allergici.

E’ da tempo che volevo scrivere questo post, ed esattamente da quando avevo postato questo articolo sulla panna vegetale, perché è stato proprio quando ho cercato sul mercato un sostituto della panna tradizionale che mi sono accorta dell’uso distorto che il marketing aziendale fa della dicitura “vegetale” e del pericolo per gli allergici a proteine del latte (vaccino, ovino, caprino…) e dell’uovo, in particolare, che magari pensano “vegetale=niente proteine animali, solo vegetali”.

Perché mi sono decisa oggi?

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In volo con le allergie alimentari

Viaggiare con le allergie alimentari non è un’impresa semplice, ma non impossibile. Volare, invece, con le allergie alimentari non lascia proprio alcuno spazio al caso e all’improvvisazione. Il kit alimentare è d’obbligo. Questa mattina, da casa fino all’alloggio di destinazione non ho trovato nulla (ho chiesto a tutti i bar incontrati in aeroporto, perché non volevo lasciare nulla di intentato) che nostra figlia potesse consumare per colazione. Se io non avessi avuto con me latte vegetale e brioche “senza”, Alice non avrebbe fatto colazione fino a mezzogiorno! Voi direte:”Non potevi farle fare colazione a casa?”, “No, perché l’abbiamo svegliata presto e si è rifiutata di mangiare o bere qualsiasi cosa, fino all’aeroporto”.

Alice aveva solo quattro mesi quando ha preso il suo primo aereo, ma allora io allattavo al seno e il problema non si era posto. Successivamente ho sempre portato con me un kit alimentare di diverso tipo, a seconda dell’età e dell’orario, compatibilmente con gli alimenti consentiti dalle nuove norme imposte dopo l’11 settembre (in merito ai liquidi, alimenti non confezionati ecc.).

In caso di voli lungo raggio le compagnie aeree prevedono dei pasti speciali per le diverse esigenze. In caso di allergie multiple, però, non so fino a che punto è possibile soddisfare tutte le esigenze del caso. Non ho mai verificato, ma se un giorno dovessi essere assalita da una improvvisa curiosità, vi renderò note le mie scoperte. Nel caso, invece, di voli di corto raggio non ho mai interpellato ovviamente tutte le compagnie aeree, ma quella con cui abbiamo volato questa mattina non prevede alcuna soluzione alternativa. A bordo è stato servito, per colazione, un bel panino confezionato, senza etichetta, accompagnato da caffè, tè, succo di arancia e succo di pomodoro! Acqua. Sì avete capito bene, senza lista ingredienti. Ovviamente, per pura curiosità, in quanto ero certa che nostra figlia non avrebbe potuto consumarlo, ho chiesto, con un sorriso a trentadue denti e con il massimo della gentilezza, informazioni sul contenuto, facendo presente l’allergia di nostra figlia. In questo caso l’assistente di volo si è dimostrata molto comprensiva e molto professionale, adoperandosi per fornirmi tutte le informazioni possibili, che erano riportate su un foglio a parte che mi è stato consegnato. Ovviamente conteneva quasi tutti gli allergeni più comuni. Capisco che non sia facile soddisfare le esigenze di tutti gli allergici, però un piccolo sforzo lo si potrebbe fare. Che so io, un bel distributore automatico di prodotti senza gli allergeni più incriminati. Pensate sia un’utopia? Non credo. L’EuroDisney ci ha provato, e ha previsto una sezione dedicata a Diete e Allergie Alimentari. Nel sito è disponibile anche un opuscolo che fornisce tutte le informazioni relative ai servizi forniti dai vari ristoranti. Gli alimenti esclusi dai menù sono addirittura 53 (se ho contato bene). 

Perché non dovrebbe riuscirci un aeroporto? Una barista interpellata questa mattina mi ha detto “Signora, se Lei cercasse delle sigarette, ne troverebbe ad ogni angolo, e nuociono alla salute di tutti, ma ciò che invece gioverebbe alla salute di alcuni…”. E con questa riflessione vi lascio fino alla prossima settimana…

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Allergia al grano saraceno

L’allergia al grano saraceno è sempre stata molto rara in Italia e quasi esclusivamente osservabile in Valtellina, dove questa farina è molto utilizzata, ad esempio nei caratteristici pizzocheri. Il dottor Enrico Heffler e la sua equipe dell’Università di Torino hanno trovato però che molti pazienti, che avevano un’evidente allergia alla pizza e ad altri prodotti a base di cereali, erano allergici al grano saraceno e non al frumento, come ci si sarebbe aspettati. […] Ora la farina di grano saraceno è spesso impiegata dall’industria alimentare e da alcuni pizzaioli miscelata ad altre farine per la preparazione di prodotti da forno, come ad esempio la pizza. Alcuni allergici alla pizza possono quindi essere in realtà allergici a questo ingrediente la cui presenza nell’alimento fino ad ora era del tutto insospettabile.” FONTE: IAL Studio Allergologico Lombardo.

Questa notizia non mi stupisce. Nostra figlia, per esempio, non è allergica al glutine, ma è allergica al grano saraceno. Vi ricordo che Alice è nata in Germania, dove la farina di grano saraceno per la preparazione della pappa in fase di svezzamento è all’ordine del giorno, quindi anche noi, da bravi italiani ben integrati, l’avevamo provata. Poiché io non credo ai capricci nei lattanti – in quanto, a parte il rifiuto ed il pianto, non parlando ancora, i bambini piccoli non hanno altri mezzi per comunicare con noi – ho sempre “accolto” le eventuali rimostranze. Il grano saraceno è un esempio: inizialmente, per settimane, non successe nulla: non lo gradiva molto, ma alla fine lo mangiava… fino a quando cominciò a grattarsi intorno alla bocca e… così, d’accordo con la pediatra, non insistemmo. Di tanto in tanto ci riprovavo, ma con lo stesso effetto. Dall’epoca erano trascorsi anni, ma l’anno scorso, un giorno in montagna, dopo aver mangiato la polenta (mais e grano saraceno), le si gonfiò il labbro. Le somministrai un antistaminico e il sintomo regredì. Allora non sapevamo che si trattasse della farina di grano saraceno, in quanto insieme alla polenta aveva provato anche un tipo nuovo di tofu, affumicato naturalmente. A distanza di mesi, Alice mangiò dei pizzoccheri fatti in casa (la Nonna Lele è maestra in quest’arte!), senza altri allergeni per lei pericolosi, conditi semplicemente con olio e sale e… rieccoci con un bel labbro gonfio… Il successivo test cutaneo confermò il test “fatto in casa”!

Il grano saraceno, che non contiene glutine, non è considerato un allergene pericoloso (in base al Decreto Legislativo 8 febbraio 2006, n. 114 in materia di indicazione degli ingredienti contenuti nei prodotti alimentari), quindi non è detto che sia sempre segnalata la sua presenza tra gli ingredienti in etichetta…. Fortunatamente ci sono anche aziende serie che indicano tutti, o quasi, i componenti, come l’azienda produttrice di un tipo di cracker integrali che abbiamo acquistato quest’estate in villeggiatura, la cui etichetta recava la presenza di grano saraceno. Alice li ha voluti provare: non ha avuto prurito immediato, ma infiammazione e prurito nelle pieghe delle ginocchia. In questo caso eravamo consapevoli, ma quando non siamo sicuri, meglio non rischiare e chiedere chiarimenti alla fonte, rimandando l’acquisto.

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