LIBRI: un divano per dodici, di Elisa Puricelli Guerra, su cui si siede anche un bambino allergico

un divano per dodici by Giunti Junior

Oggi partecipo al Venerdì del Libro di HomeMadeMamma con una Collana – che abbiamo scoperto grazie al suggerimento di un collaboratore della Libreria dei Ragazzi e che da allora non riusciamo più a smettere di leggere – e con l’intervista all’autrice: Elisa Puricelli Guerra.

I libri raccontano le vicende di una famiglia moderna allargata, dei rapporti tra “sorellastre e fratellastri”, tra ex coniugi e nuovi coniugi, tra “matrigne” (il quarto libro le chiama proprio così) e figliastri, eccetera. Non temete: alla fine di ciascun libro c’è un bell’albero genealogico a cui io e Alice ricorriamo spesso per sapere chi è fratello, sorella, zio,  trisnonno di chi! Non solo.

Nel primo volume, il piccolo protagonista Leo, allergico a tutta la verdura rossa, sarà vittima di un dispetto, ma soprattuttodel suo orgoglio.

La Collana offre spunti di riflessione, occasioni di immedesimazione con i vari personaggi a non finire, al punto che mi è venuta voglia di intervistare l’autrice, appunto.

Un divano per dodici, di Elisa Puricelli Guerra, edito da GIUNTI Junior, è stata una rivelazione. Di mio, non l’avrei mai preso, perché erroneamente pensavo fosse più adatto a lettori più grandi di Alice, oppure a figli di coppie separate, o a chi ha fratelli e sorelle… Erroneamente perché le storie degli altri sono sempre uno spunto utile per parlare a 360° di tanti argomenti. E questi racconti, in modo scorrevole e divertente, raccontano le vicissitudini, i timori, le preoccupazioni, i sentimenti di tristezza, di delusione, di paura, di gioia, di allegria, di frustrazione, insomma le emozioni dei protagonisti.

L’allergia alle verdure rosse di Leo non è il fulcro della Collana, ma è comunque un episodio che caratterizza il primo volume e che caratterizzerà anche la relazione tra Leo e Elettra, la “gelosissima sorellastra”. Ne voglio parlar qui perché la reazione di Alice, leggendolo, mi ha colpita non poco.

Nell’introduzione ho scritto che l’incidente occorso al piccolo protagonista (9 anni se non erro) non è accaduto solo per un dispetto, perché Leo avrebbe potuto porvi rimedio, informando la nuova moglie del padre (Aurora), di essere allergico, ma non lo ha fatto. Per orgoglio, per non apparire il fratello lagnoso, più bisognoso di attenzioni, più debole…

La vicenda si sviluppa in più battute, quindi non posso riportare qui un brano piuttosto che un altro, e quindi vi dirò in sintesi: Leo fa visita alla nuova famiglia del padre che vede per la prima volta. La mamma di Leo aveva scritto una lista in cui specificava l’allergia del figlio; il padre era al corrente ma assente quel giorno; una delle due sorelle acquisite lo prende subito in antipatia, perché gelosa, e progetta un piano “per liberarsi di lui, ossia per farlo tornare da dove è venuto” e nasconde la lista. Leo non avverte la nuova moglie del padre della sua allergia e mangia la pasta al pomodoro, finendo al pronto soccorso. E nonostante ciò, non rivelerà ai genitori, e a nessun altro, che la sorella aveva nascosto la lista, e nemmeno la ragione per cui omette di avvertire  Aurora della sua allergia.

Razione di Alice durante la lettura: occhi sgranati, orecchie dritte che toccavano il soffitto, viso rosso eccitato, incredulità alla massima potenza di fronte al silenzio di Leo…

“Ma è matto?! Mamma, ma cosa fa? Non dice nulla? Ma non la mangerà mica quella pasta? E sa la mangia che succede? Mamma… l’ha mangiata! Ma perché non dice nulla?”

Potrei scrivere un libro soltanto con tutte le riflessioni che mi ronzano nel cervello, ma ho deciso di risparmiarvele oggi, per fare spazio, invece, alla voce dell’autrice… E sì! Potevo lasciarmi scappare un’occasione simile? Sono troppo curiosa di sapere:

Cosa ha ispirato la narrazione di un episodio di allergia così ben riuscito (!)

R. Quando ho immaginato Leo, mi è venuto in mente un bambino sempre vissuto da solo con la mamma, molto sensibile, che si sente attraversato dalle emozioni e da tutto quello che gli accade intorno. In più ha delle paure che lo imbarazzano, per esempio soffre di vertigini, e ha anche un’allergia che lui sente come una debolezza. A tutto questo reagisce a modo suo. L’episodio dell’allergia e lo “scatto d’orgoglio” mi è servito per fare capire subito che tipo è Leo e come ha deciso di affrontare la prova difficile del trasferimento a casa della nuova famiglia del papà. La sorellastra, Elettra, non avrebbe mai reagito allo stesso modo: si sarebbe sonoramente lamentata. E, infatti, si stupisce tantissimo della reazione di Leo. L’episodio serviva anche a marcare le differenze tra i due protagonisti. Non ho esperienze dirette sulle allergie alimentari, ho provato solo a immaginare la situazione.

Come si può riuscire a raccontare emozioni… senza averle provate di persona. Non è facile raccontare in modo convincente ciò che non si conosce, soprattutto quando si tratta di sentimenti, mentre in questa collana le emozioni dei “fratellastri” sembrano… autentiche, sembrano vita vissuta realmente… 

R. Io provengo da una famiglia divisa, anche se non ho mai avuto fratellastri o nuovi genitori, e intorno a me ci sono tante famiglie “allargate”. Nella serie non ci sono episodi realmente accaduti ma certamente emozioni e sentimenti che ho captato e che ho dato ai miei personaggi. Dopotutto, il compito di chi scrive è proprio prestare più attenzione, mettere la propria sensibilità al servizio delle storie che si raccontano. Così i personaggi non potranno che sembrare veri. È un’alchimia che non sempre riesce.

E allo stesso tempo, da mamma sempre in cerca di un faro nella nebbia,  mi sono domandata come mai l’autrice abbia deciso di lasciare le emozioni in sospeso, ossia… non c’è la condivisione e il confronto con i genitori, ma i personaggi se la vedono tra di loro, nel bene e nel male…

R. Ho deciso di affrontare l’argomento delle famiglie allargate dal punto di vista dei bambini perché mi sembrava un modo più immediato di parlare ai piccoli lettori, come se la storia venisse loro raccontata da coetanei. E anche perché io non sono un’esperta, non volevo dare giudizi o offrire soluzioni, ma solo raccontare una possibile versione, quella di chi si è trovato in una situazione, di cui non ha potuto decidere niente, e ha cercato piano piano di trovare un suo modo di conviverci, commettendo anche errori, imparando, crescendo, scoprendo.

Pensavo di chiudere riferendomi alle risposte di Elisa… ma sono ancora qui che leggo e rileggo e mi stupisco per l’estrema sensibilità e capacità di mettersi nei panni degli altri.

Mi piacerebbe tornare sui detti e non detti di quella sera in cui ho letto quelle pagine a mia figlia, ma oggi mi sembrava troppo, però ci tornerò. Grazie a voi e grazie a Elisa, per la sua squisita disponibilità.

17 commenti

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17 risposte a “LIBRI: un divano per dodici, di Elisa Puricelli Guerra, su cui si siede anche un bambino allergico

  1. Ma che bello questo tuo post!!! Quanti spunti di riflessione!!! Come va da quelle parti, tutto bene?

    • Ciao Ste!… va che Alice ha una bella gamba fasciata dalla coscia al piede per distorsione ginocchio… non comment!

      Per fortuna abbiamo tanti libri da leggere! A presto!

      • Mannaggia… mi spiace… Purtroppo con i bimbi è così, non si sa mai cosa ci aspetta dietro l’angolo. Un abbraccio a tutte e due.

  2. Molto interessante, la condivido nel gruppo dei libri, posso?

  3. Molto interessante la tua intervista, posso condividerla nel gruppo “L’amore per i libri?”le famiglie allargate ormai sono molto diffuse ed è bene che i bambini le vedano raccontate, per non sentirsi “diversi”. E il tema delle allergie ci riguarda molto.

    • Certo che puoi! Questo è il classico libro che tutti dovrebbero leggere, non solo i figli di separati, o i figli allergici, o i figli unici, o i figli con fratelli e sorelle… insomma, da leggere!

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  5. Va bene, non preoccuparti, buona montagna!
    Avevi capito bene, ho iniziato con i libri per grandi e sto dietro a quelli in modo sistematico, ma quando ci sono interviste e argomenti per bambini se riesco condivido anche quelli per bambini!

  6. Bellissimo post!
    Begli spunti! Grazie di averlo condiviso!

  7. ilmiograndecaos

    Mi sembra che l’autrice sia riuscita a descrivere benissimo lo stato d’animo del bambino dotato – oltre che di allergia, di un’estrema sensibilità – che deve “presentarsi” alla nuova famiglia. Non ti nascondo che la sorellastra mi sta già molto antipatica e spero abbia qualche conseguenza o almeno un po’ di sensi di colpa!!
    Complimenti più grandi vanno alla tua bimba che dimostra una presa di coscienza molto matura e senza il minimo imbarazzo. Evidentemente qualcuno ha fatto un ottimo lavoro con lei 😉

    alessandra

    p.s. ho letto il tuo commento, non ti preoccupare anchio sono spesso unpanzer e mi perdo molto. Perdoniamoci!
    Se vuoi ripassare da me, ho fatto una specie di give away, se ti va….

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