In viaggio con le allergie … in Germania.

Se i genitori di un/a bimbo/a italiano/a allergico/a vi dicono che preferiscono trascorrere le loro vacanze in Italia, perchè si sentono più sicuri, non dite loro:”Ma cosa vuoi che succeda se andate in appartamento, tanto siete voi ad occuparvi della spesa…”, senza sapere che 1) la lettura delle etichette all’estero non è più semplice che nel nostro Paese 2) non è detto che gli ingredienti siano indicati anche in inglese 3) se non comprate cibi confezionati, non è detto che gli addetti alla vendita siano più informati sugli ingredienti rispetto a quelli italiani 4) per i prodotti sfusi (tipo il pane) non è detto che il negozio abbia un Libro degli Ingredienti 5) quando non si conosce un luogo non è detto che si sappia dove andare a far la spesa…

Prima della nascita di Alice non vi prestavo molta attenzione, e il problema allergie era decisamente meno sentito, quindi non ricordo le etichette americane, giapponesi, egiziane, marocchine, … Quindi ripartiamo da zero, e la Germania è il primo Paese estero in cui viaggiamo con Alice, per il momento.

Nel mio mondo ideale ci sarebbero negozi e catene di supermercati in cui esistono scaffali dedicati agli alimenti “senza”, con etichette trasparenti, chiare, in diverse lingue, o almeno in inglese oltre alla propria, di immediata comprensione, in cui gli allergeni sono evidenziati, in cui è possibile leggere altresì se contiene istamina, nichel… Nel mio mondo ideale il personale addetto alla vendita dovrebeb essere debitamente informato e su questo potrei raccontarvi un aneddotto, ma lo rimando ad un altro post. Nel mio mondo ideale, esisterebbe la possibilità di un rimborso, o un sussidio, o convenzioni per l’acquisto di prodotti “senza”…

Ma tutto ciò, per il momento, è solo utopia. Chi vivrà vedrà…

Quelli che vedete nella foto sono alcuni (mancano formaggio, burro…) ingredienti tipici della colazione tedesca… ieri mattina, ultimo giorno in Germania, abbiamo deciso di concederci uno sfizio, perché sebbene sia una questione di gusti… e sebbene sia risaputo quanto questo genere di cibo facciano male alla salute, di adulti e bambini, una volta/due l’anno si può fare uno strappo alla regola… Lo so, , Michela, e vi ho pensate mentre scrivevo questo post… Però c’è un però.

Alice è allergica a tutte le proteine del latte vaccino (caprino, ovino, …), dell’uovo, fave, piselli, lenticchie, grano saraceno, manzo e vitello, mango, e quant’altro non sappiamo ancora… quindi è già soggetta a restrizioni alimentari non indifferenti, e mentre a casa non consumiamo certi generi alimentari, quando viaggiamo… la regola è godersi il viaggio, la vacanza, ivi compresi gli usi e costumi del posto, senza esagerare… perché se dovessimo adeguarci alle abitutidini alimentari nordiche, dovremmo anche bere alcolici fino allo stordimento e non ci interessa 🙂

Comunque gli allergeni più gettonati in questo genere di alimenti, penso a Wuerstel e pasta di Wuerstel sono sicuramente le proteine del latte o il lattosio (che invece è uno zucchero), qualche volta dell’uovo, ma più raramente, conservanti vari a cui molti sono allergici, e proteine della soia (lecitine ecc.), sempre debitamente indicati in etichetta, per fortuna, ma talvolta compare solo la dicitura “Laktosefrei“, ossia senza lattosio… ma il fatto che non contenga lattosio non vuol dire che non contenga contaminazioni o proteine del latte (perché esistono anche tipi di latte vaccino che ne sono privi, ma contengono tutto il resto), e in questi casi chiedo di leggere personalmente l’etichetta o di leggere il “il libro degli ingredienti “quando esiste.

La colazione tedesca prevede ovviamente anche il pane e… su questo punto fate molta attenzione se capitte da quelle parti, perché la panificazione avviene solitamente industrialmente. Le panetterie col forno sono un’eccezione e pane e panini arriva al negozio crudo o surgelato, pronto per essere cotto nel forno elettrico (come anche nel caso dei Brezel). Spesso però contiene latte, burro, latticello, siero di latte eccetera, al solo scopo di renderlo più morbido… E in questi casi non sempre basta chiedere al commesso, perché potrebbe rispondervi come è capitato a me proprio l’altro ieri: “Siamo spiacenti signora, ma non abbiamo la lista degli ingredienti per tutti i tipi di pane che vendiamo, solo per alcuni…”, quindi ho dovuto comprare dei panini che non mi soddisfacevano più di tanto, ma che erano idonei… Non chiedetemi delle contaminazioni, perché in quel caso forse non avrei dovuto comprare il pane lì e avrei dovuto andare in un altro negozio… Ma sulla questione “Può contenere tracce di…” noi da tempo consumiamo anche i prodotti che recano quella dicitura e incrociamo le dita.

Una cosa è certa: comprare “senza” in Italia è più facile che non comprre “senza” in Germania, se parliamo di supermercati normali.

Per quanto riguarda il glutine, i celiaci italiani stanno meglio di quelli tedeschi, perché in Italia si fa molto di più per loro, grazie all’associazione che li rappresenta. 

Per quanto concerne, invece, senza latte, uovo eccetera, siamo messi meglio noi. Talvolta bisogna uscire dal porprio guscio per rendersi conto delle diverse realtà in cui vivono le persone affette dalla medesima patologia, ubicati in Regioni diverse o in Paesi diversi.

Quindi, se avete deciso di trascorrere un periodo di villeggiatura estvia in Germania, dove andare a fare la spesa? Mentre in Italia pululano i negozzietti e i supermercati non sempre sono presenti in tutte le Regioni, nelal Repubblca Federale Tedsca, il genere alimentare è venduto soprattutto nelle catene: Kaufhof, Karststadt, Lidle, eccetera. Diversemente dall’Italia, ogni supermercato ha filiali sparse in tutta la nazione.

Quindi, se dovete acquistare senza glutine date un’occhiata al sito della Deutsche Zöliakie Gesellscaft e.V., ma non aspettatevi di trovarvi un elenco di esercizi gluten free come viene offerto dall’AIC, al massimo prodotti, produttori o rivenditori áll’ingrosso o on line gluten free.

Se invece siete alla ricerca di alimenti “senza latte e derivati, uova” vi conviene recarvi nei negozi bio, tipo Bioladen  o SuperBiomarkt (ma i negozi e le catene bio in Germania sono innumerevoli), oppure nelle Reformhaus, o nei negozi dm. In quest’ultimo potreste trovare anche prodotti gluten free in appositi scaffali, tutto ciò che serve al bambino, tra cui anche omogeneizzati gluten free o bio e senza proteine del latte. Io, grazie alla conoscenza del tedesco riesco a trovare prodotti “senza” anche altrove, ma bisogna sapersi destreggiare con la lingua…

In ogni caso, se decidete di trascorrere una vacanza in Germania… contattatemi e sarò lieta di rispondere alle vs domande.

A tutti buona settimana.

12 commenti

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12 risposte a “In viaggio con le allergie … in Germania.

  1. Evidentemente Monica abbiamo viaggiato in due Germanie diverse e anche in Austrie diverse…mi dispiace che tu abbia riscontrato queste problematiche, io non le ho riscontrate anzi come ho ha già detto nel mio post sull’Austria ho notato che informazioni che compaiono nelle etichette in lingua tedesca e inglese sono omesse nella traduzione italiana, ho notato proprio in Austria e in Germania per la prima volta il contenuto di lattosio scritto a chiare lettere nei prodotti che ne indicavano la presenza.

    Mi sono trovato benissimo nei ristoranti che avevo trovato in una lista di ristoranti senza glutine stilata da diversi turisti, quindi internazionale.

    Ho notato che sono attenti alle contaminazioni e alle cross-contaminazioni tanto quanto sono attenti gli italiani, senza eccezioni. Qui c’è chi sta attento come c’è chi sta attento in terra austriaca e germanica.

    E ho viaggiato sia stando in albergo sia in appartamento. Sono una adulta è vero, ma ho anche un figlio di 9 anni e mezzo che ha avuto seri problemi con il latte vaccino e co. Non voglio essere polemica, però ripeto è evidente che abbiamo viaggiato in due nazioni diverse 😀 Un abbraccio.

    Non metto i link ai miei posts perchè non lo trovo carino, ma chiunque voglia può leggere quanto da me scritto andando sul mio blog. Grazie ancora

    • Cara Fabiana, ti ringrazio per questa puntualizzazione, perché comprendo che evidentemente non sono stata chiara nello scrivere.

      1) Se non lo fai tu, lo faccio io e linko qui al tuo post,l’unico che avevo letto al riguardo, su prodotto gluten free in Austria, se puoi/vuoi linka anche quello alla Germania, perché credo nello scambio e nelle sinergie tra blogger, altrimenti perché stare nella Rete. Nella Rete non ci sono vertici.

      2) Non sono ancora stata con Alice in Austria, quindi mi astengo da commenti. Siamo stati con lei solo a D’dorf e a Monaco di Baviera. A d’dorf riusciamo a cenare qualche volta fuori, a Monaco di Baviera è stata mission quasi impossible, perché in tre birrerie in cui avevamo chiesto non sapevano dirci quali ingredienti contenessero i wuerstel e non avevano altro che potesse mangiare lei, perché mentre a D’dorf hanno certi piatti, a Monaco no, quindi erano tutti rigorosamente irrorati di salse improponibili per una pluriallergica.

      3) Gli alimenti da cui parti tu sono gluten free, quindi rispettano una serie di parametri specifici e sono altrettanto chiari nell’evidenziare altri allergeni del caso. Me ne sono accorta anch’io.

      4) Io parlo di generi alimentari vari, da quelli confezionati a quelli sfusi (tipo il pane di cui ho raccontato), per i quali non sempre le informazioni sono facilmente accessibili.

      5) L’indicazione “Laktosefrei” per un allergico alle proteine del latte, con rischio di anafilassi, anche lieve, non dice assolutamente nulla.

      6) Quando si tratta di prodotti importati è più facile che rechino etichette in altre lingue, ma quelli tipicamente tedeschi no e ci sono termini che se non conosci non riconosci… Una volta c’era un dizionario on line, ma per mancanza di fondi, ne hanno sospeso la pubblicazione on line.

      5) Anche la Germania lentamente si sta adeguando. Solo qualche anno fa era impensabile trovare il tofu bio nelle catene Kaufhof, l’altro ieri l’ho trovato.

      Con il mio post, volevo solo dire a coloro che pensano che viaggiare sia tanto semplice per un pluriallergico, che non è così e se non andiamo a Canicattì è perché dobbiamo prepararci bene e non possiamo affrontare un viaggio improvvisato in qualsiasi luogo che piaccia a noi, perché se alice dovesse finire all’ospedale per anafilassi, tutto il beneficio della vacanza andrebbe a farsi benedire. Già ci sono le cadute, e quant’altro a un bambino può capitare, andarsele proprio a cercare…

      Comunque grazie.

      Mentre parliamo le cose cambiano, continuamente.

  2. Sapevo già dei problemi per il gluten free, poichè mia nonna faceva interi pacchi per mia cugina che a bita a colonia sul reno e a cui la celiachia è stata diagnosticata in italia, mentre in germania non ne avevano capito molto. Probabilmente è meno frequente da loro. graxie 😉

    • Il mondo degli atopici e celiaci è un mondo strano, perché molto dipende dalle persone che si incontrano, siano essi medici, esercenti, eccetera e gli aggiornamenti di stato mutano alla velocità del secondo, per cui mentre scrivi una cosa sta già avvenendo un cambiamento da qualche parte… grazie a te della tua testimonianza:)

  3. Carlotta

    Prima di tutto mi sento di confidarvi che io non mi sento ancora tanto avventurosa da arrischiarmi ad andare in vacanza all’estero perché il problema linguistico-culturale mi frena. Notate non intendo la traduzione di parole specifiche che uno può prepararsi a casa, ma proprio il contesto completamente differente, l’eventuale richiesta di aiuto, in un ospedale, il bisogno di fare le pulci al ristoratore ….il possibile gap mi frena… però con determinate cautele, perché no, in futuro….

    Il pluriallergico ha una vita complicata per poter mangiare fuori, ha un’esperienza e delle conseguenze ben differenti dal celiaco, seppure in un ristorante gluten free a parlare di non contaminazione sei sicura di essere capita. MA, basta? e qui secondo me si rischia di cadere male… perché dire:’ mio figlio è allergico all’uovo’ trasmette un’informazione sufficiente? forse si forse no, dipende dal livello culturale della persona che traffica col cibo in cucina/gelateria/….
    Quando è stata diagnosticata la grave reazione anafilattica all’uovo l’ospedale ci ha consegnato una lista di nomenclature sotto cui negli ingredienti si annida l’uovo (ovvero sono componenti dell’uovo):
    albumina, lisozima (E1105) da uovo, lecitina (E322) da uovo, globulina, livetina, ovoalbumina, ovoglobulina, ovomucina, ovomucoide, ovovitellina, polvere d’uovo, uovo (tuorlo e albume inclusi), vitellina….
    Questo per dire che il cuoco dovrebbe leggere le etichette dei prodotti o base di prodotti che usa in cucina per essere sicuro… di fatto è il lavoro puntuale che abbiamo fatto all’asilo….
    In fondo basta pensare al grana vs parmigiano… che è la più semplice delle insidie….

    • Grazie Carlotta, per aver spiegato ciò che mi era rimasto nella penna.

      • ornella

        Racconto, brevemente, la nostra prima esperienza all’estero: Austria ed Ungheria, per 10 giorni.
        Prima regola: Non possiamo rischiare dove non conosciamo neanche la lingua (anche se traslatormuniti) e dove un ospedale potrebbe essere dietro l’angolo o lontano chilometri.
        Seconda regola: Portare tutto tutto tutto da casa .
        Terza regola: Dobbiamo cercare assolutamente di non far accadere nulla nulla .
        Siamo partiti (io con il sistema nervoso sotto pressione, perche’ i preparativi sono stati fatti minuziosamente a tavolino) con un valigione che conteneva di tutto, fornellino, pentolini, ghiaccio sintetico, pasta, sughi preparati a bagnomaria, involtini cotti a bagnomaria, cotolette sottovuoto, pane biscottato, insomma, una minidispensa, dalla prima colazione alla cena.
        Ci veniva da ridere sembravamo Totò e Peppino a Milano ………quando tirano fuori dalla valigia gli spaghetti e la gallina (ricordate il film ! ) .
        Ho cucinato, ovviamente solo per mio figlio, la prima colazione e la pasta in camera (lo so è vietato!) o dove ho potuto. Addirittura a Praga, in un hotel molto rinomato, mi hanno molto gentilmente concesso di accedere alla cucina e di usare i miei pentolini.
        Nei posti che abbiamo visitato abbiamo comprato qualcosa di fresco
        (carne, uova, frutta), null’altro.
        Dieci giorni fuori casa all’estero, mio figlio non dimentica, ancora oggi, il suo primo viaggio all’estero.
        Questo primo viaggio è stato un test, superato brillantemente, ed al ritorno a casa dicevamo a noi stessi, ancora un po’ stupiti di avercela fatta – “Vedi, si può fare, si può fare !! ”
        E cosi’ è stato, poi, per i suoi viaggi da studente. Meno macchinosi del primo, più snelli nell’organizzazione ( lui non poteva cucinare in camera), ma importante è stato andare,viaggiare, partecipare.
        Il cibo, in tale contesto, è stato solo l’indispensabile sostentamento. Ma, almeno così, non ha corso rischi e non ha rinunciato a quella che ritengo sia una delle cose più belle: viaggiare!
        Buon viaggio a te Monica ed alla tua famigliola.

      • Cara Ornella, grazie per queste chicche di vita vissuta e quando Alice dovrà affrontare la sua prima trasferta… ti chiederò il numero di telefono… perché spesso mi domando come faremo…

  4. Ciao , io sono bilingue, metà italiana e metà tedesca. La Germania la conosco tutta, ho vissuto in varie città, molto + quella occidentale, ma ormai anche la parte orientale. Prima non ho mai fatto caso più di tanto alla specifica degli ingredienti, ma ora che il mio primogenito è fortemente allergico a latte e derivati, uovo, un pò meno ad altre cose come nocciolino etc, la cosa è molto cambiata. E’ allergico dalla nascita e tra le altre cose ha avuto molti problemi respiratori. Arrivando però all’argomento trattato devo dire che secondo me dipende molto da dove ti trovi in Germania, a D’dorf ci son stata quando nn ero mamma, ma in tante altre città, Dresda, Francoforte sul Meno e cittadine limitrofe, Austria: Innsbruck e limitrofi, e potrei continuare, ho trovato reparti apposta per prodotti senza proteine del latte, c’è tra l’altro il fortissimo orientamento Vegan che fa si che si trovino tanti prodotti 100% vegetali. Ci sono anche panetterie con tipi di pane tradizionali fatti assolutamente senza latte nè burro ( tradizione tedesca che ha più di 1000 specie di pane) certo non bisogna fermarsi ai supermercati, ma questo neppure in Italia ( seppur ben forniti). Certo hai ragione quando dici che saper la lingua è molto di aiuto quando devi ordinare, ma basta far capire la gravità delle allergie e di solito non ci sono problemi per cucinare qlcosa ad hoc,come in Italia d’altronde. Direi anche che bisogna stare più attenti che in taluni ambienti non sia presente la moquet, dannosa per gli allergici, che prima era molto usata in Germania mentre ora la tendenza sta passando al laminato o parquet. Ho avuto una brutta esperienza in Germania per il ricovero d’urgenza di mio figlio, in vacanza in una cittadina vicino Francoforte, lui con attacco acuto di asma che non riusciva più a respirare ed in quel piccolo ospedale non erano abituati a trattare con bimbi affetti da questo tipo di patologie! E’ stata una esperienza pessima, cortisone endovena a dosi massicce in un bimbo di due anni, Incontrato una dott.ssa incompentente tanto quanto alcune infermiere del PS, ci ho pure litigato perchè nn intervenivano, nel senso che non sapevano che fare! Però la strutttura bella, in reparto anche le infermiere erano migliori. Certo che in Italia siamo seguiti da un ospedale pediatrico toscano fantastico super attrezzato, con medici stupendi e super attenti, quindi lo schock che ho avuto attraverso questa specifica esperienza è traumatico, tanto che mi ci è voluto un pò di tempo prima di rimettermi in viaggio, però penso che ovviamente fra grande e piccole città la differenza ci sia, poi se vuoi anche sfortuna, non so. Cmq certo la cosa migliore è assicurarsi sempre prima di un viaggio sui luoghi dove poter mangiare e comprare alimenti idonei alle allergie/ intolleranze, o in alternativa portarsi qlcosa con sè o cercare siti che ti forniscono assistenza e strutture mediche per emergenze ( come a Philadelphia l’ospedale pediatrico per asma e allergie
    Grazie per la condivisione dell’esperienza sempre utile!
    ciao
    Weruschka

    • Grazie per il tuo prezioso contributo Weruschka! E ben trovata!
      Io però mi riferivo 1) al turista italiano che non padroneggia la lingua del Paese ospitante 2) ai bambini pluriallergici, per i quali non è così semplice trovare una soluzione ottimale, in quanto non si tratta di eliminare un allergene, ma più allergeni:( Ricordo ancora una volta a Monaco, in una birreria nota, personale squisito, ma impossibilitati a darci qualcosa senza latte e derivati, uovo, piselli, lenticchie, grano saraceno, manzo, perché era tutto già preparato e perché utilizzando preparati industriali… non potevano garantire. Ha mangiatosolo patate lesse. A D’dorf, avrebbe potuto mangiare lo Schweinaxel:) ma lì non lo facevano… Dipende. Bisogna prepararsi con largo anticipo, conoscere, … e la vacanza diventa un lavoro, per cui dipende… a volte ci facciamo carico a volte no… in ogni caso ci conviviamo bene:)
      Grazie ancora e appena la connessione me lo consente passo a trovarti:)
      p.s. avevo scritto un poema… connessione saltata, ho riscritto ma non ricordo bene più cosa e come e mi spiace, spero di aver reso l’idea…

  5. Maddalena

    Ho bisogno di sapere quale marca di prodotti per la cura e igiene personale e’ in uso a Francoforte sul Meno grazie

    • Buongiorno Maddalena,
      La cosmesi per gli atopici offre una gamma molto varia di prodotti, e ogni anno lancia nuovi preparati. Ci sono marche francesi vendute in tutta Europa specifiche. Però…
      Ognuno ha le sue esigenze e se anche ti dicessi una marca, non è detto che faccia al caso tuo, quindi, in caso di allergia specifica verso certi componenti, o sensibilità a certe sostanze, o dermatite atopica manifesta, è suggeribile parlare con un medico esperto che conosce sicuramente le linee di prodotti più idonee. Se non rientri in questi casi…
      Mi permetto di darti però qualche suggerimento:
      Scegli prodotti con il “minor numero di ingredienti”. In caso di DA o Dermatiti da contatto o Ipersensibilità della pelle, ti suggerisco di controllare che non contengano:

      – Triclosan, un antibatterico che nel tempo potrebbe rafforzare i batteri contro l’azione dei comuni antibiotici.
      – Aromi
      – Profumi
      – Sostanze occlusive
      – Conservanti
      – Siliconi, perché sembra che idratino ma tendono a rendere ancora più secca la pelle
      – Derivati del petrolio

      Spero di esserti stata utile:-)

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