“La valutazione dei dati della letteratura medica sull’allergia sistemica al nickel non permette di trarre conclusioni esaustive. Le incertezze, contraddizioni, incongruenze appaiono numerose e ripetute. Dubbi e mancanza di chiare evidenze sussistono sia riguardo agli aspetti clinici sia ai reali rapporti con l’assunzione del metallo. Dubbi anche sulla validità delle procedure diagnostiche nella pratica clinica e sulle procedure in toto degli studi clinici esaminati. Dubbi infine sulla composizione e sul valore terapeutico della stessa dieta a basso contenuto di nickel. In assenza di autentiche certezze non si può che concludere, come spesso accade, che sono necessari ulteriori e più ampi studi, più rigorosamente condotti, per potersi pronunciare in maniera più decisa sui quesiti oggetto di questa ricerca.”
Queste sono le Conclusioni a cui è pervenuto il dottor Sivlio Pizzuttelli nella sua Revisione della letteratura. Il nichel: l’allergia sistemica e la dieta, pubblicato (Settembre 2010) nel sito della SIAIP (Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica).
A proposito di “dieta a basso contenuto di nichel”, il dottor Pizzuttelli scrive altresì:
[…] L’eliminazione completa del nickel per la ubiquitarietà del metallo non è possibile, e probabilmente, non è auspicabile e si deve pertanto programmare un’alimentazione a basso contenuto; ma: quanto basso? rispetto a quali parametri? Quanto restrittiva deve essere la dieta? Quali alimenti sono da escludere? Quale atteggiamento rispetto all’uso di pentole ed utensili in acciaio inossidabile? E l’acqua? E il fumo di sigarette? Ed inoltre, quali sono gli obiettivi del trattamento e per quanto tempo deve essere protratta la dieta? Mancano, come già detto, risposte chiare ed univoche supportate da evidenze; all’apparenza, molti comportamenti prescrittivi sono empirici e dettati da valutazioni personali. Le diete presenti in letteratura sono molto variabili sia nell’estensione delle restrizioni sia nel dettaglio della composizione. In altre parole in alcuni casi l’esclusione è limitata agli alimenti abbastanza unanimemente ritenuti ad alto contenuto, in altri casi essa è più estensiva e coinvolge anche alimenti a contenuto di nichel più ridotto; inoltre nell’ambito della stessa categoria di diete più o meno restrittiva, gli stessi alimenti possono essere proibiti in alcuni schemi e non in altri.[…]” Continua a leggere →
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