Di tanto in tanto è bene fare un ripasso di alcuni termini, per potersi orientare nel marasma delle informazioni in rete e su carta stampata, perché talvolta non è sufficiente “essere a conoscenza”, ma bisogna “sapere”, e non basta “saper leggere”, dobbiamo altresì imparare a “decodificare”…
Allergia alimentare/intolleranza alimentare, intolleranza al lattosio/allergia alle proteine del latte, allergia al grano/celiachia/sensibilità al glutine non-celiaca, traccia/ soglia di sicurezza, dermatite atopica/eczema/dermatite da contatto, desensibilizzazione orale per alimenti (DOPA), desensibilizzazione/tolleranza permanente, sono termini di cui leggiamo e sentiamo parlare in modo talvolta contraddittorio. E come possiamo distinguere l’informazione dalla disinformazione se non abbiamo una base di partenza?
Risalgono a 4 anni fa circa i due post che avevo scritto per spiegare che allergia alimentare e intolleranza alimentare non sono sinonimi e che eczema e dermatite atopica non sono sinonimi. Nel frattempo il mini glossario di questo blog si è arricchito di termini, laddove alcuni sono ancora in fase di definizione forse. E proprio recentemente ho aggiunto:
Allergia al grano (frumento): I sintomi dell’allergia al grano possono manifestarsi con diversa intensità fino all’anafilassi. L’allergia al grano non deve essere confusa con “intolleranza al glutine” o con la celiachia. Un’allergia alimentare è una reazione abnorme del sistema immunitario ad una proteina specifica. Quando l’allergene viene ingerito, può scatenare una reazione allergica più o meno severa. Un’allergia alimentare può essere anche fatale. (Fonte: FARE)
Dermatite da contatto
[…] Le dermatiti da contatto sono entità diverse e definibili come reazioni infiammatorie della cute nei confronti di sostanze che ne vengono a contatto. Da un punto di vista patogenetico si dividono in due categorie: dermatite da contatto irritativo (DCI) e dermaite da contatto allergico (DCA).[..] (Fonte: La Scuola dell’Atopia, p. 18, di Carlo Gelmetti, edito da Springer)
Intolleranza al lattosio: si intende l’incapacità dell’intestino a scindere lo zucchero complesso lattosio (si trova nel latte di mucca, di capra, di asina oltre che nel latte di donna) in due zuccheri semplici: glucosio e galattosio che sono assorbibili dall’intestino. Tale incapacità è data dalla mancanza totale o parziale di un enzima (lattasi) che si trova a livello della superficie delle cellule che rivestono l’intestino.
Diagnosi – Molto spesso una storia clinica accurata che mette in evidenza un rapporto di causa-effetto tra assunzione di lattosio e comparsa dei sintomi è già sufficiente per porre diagnosi di intolleranza al lattosio. Nei casi dubbi il test che ci permette di fare diagnosi di certezza è il breath test al lattosio. È un test di semplice esecuzione che si può effettuare in regime di day hospital.
Consiste nel far soffiare il paziente (deve essere a digiuno) dentro un speciale palloncino.
Si fa bere poi al bambino una quantità definita di lattosio (calcolata in rapporto al peso del bambino). Quindi il bambino dovrà soffiare, sempre dentro lo speciale palloncino, ogni 30 minuti per le tre ore successive. […] (Fonte: Ospedale Bambin Gesù)
Marcia atopica: si intende il progressivo sviluppo di diverse manifestazioni allergiche nei primi anni di vita, in realzione al patrimonio genetico individuale e come risposta ai diversi fattori ambientali favorenti o protettivi. (Fonte: La Scuola dell’Atopia, di Carlo Gelmetti, p. 97, edito da Springer)
Sensibilità al glutine non-celiaca (in inglese, gluten sensitivity, GS): costituisce ad oggi una condizione ancora scarsamente definita, il cui sospetto è sostanzialmente clinico. (Fonte: AIC)
Soglia di sicurezza degli allergeni: esse possono essere definite a due livelli, ossia soglie individuali e soglie per popolazione. Una soglia individuale è la quantità massima di allergene che può essere tollerata da un soggetto allergico. Una soglia per popolazione, invece, è la quantità massima di allergene che può essere tollerata da un’intera popolazione (o da un sottogruppo rappresentativo) di soggetti con allergia alimentare. (Fonte: Rapporto Eufic sugli allergeni alimentari (10/2013)
E poi… ci sono tre termini che meritano molta attenzione, in quanto, da oggi fateci caso, chi scrive senza essere un “addetto ai lavori” spesso non coglie la differenza tra desensibilizzazione e tolleranza permanente.
Desensibilizzazione: “Per desensibilizzazione si definisce uno stato transitorio di tolleranza in cui il soggetto momentaneamente non è reattivo all’allergene per il quale presenta sensibilizzazione. Ciò avviene grazie alla continua esposizione a piccole dosi di antigene.” (Fonte: Centro Allergie Alimentari)
…è importante far sempre chiarezza sui termini usati…è come quando si comincia a fare una partita a carte e ci si “rinfresca” la memoria circa le regole valide…è importantissimo far chiarezza in questa giungla di parole…
esatto Monica, è proprio così;) grazie della comprensione.