Make up per bambini e atopia

Bambolina portatrucco

 

Non pensavo di scrivere un altro post al riguardo (se ricordate avevo già introdotto l’argomento parlando dei trucchi facciali qui), ma leggendo un articoletto su “Test Salute”, Supplemento n°245 della rivista mensile edita da Altroconsumo, mi sono resa conto che l’argomento è, nostro malgrado, più attuale che mai e mi è tornato alla mente un episodio accadutomi lo scorso autunno, in occasione di un acquisto di scarpe per Alice. Cosa c’entrano le scarpe? Effettivamente il problema non erano le scarpe, bensì il “gadget” ricevuto in regalo per l’acquisto di quelle scarpe. Sì, perché la negoziante, abile venditrice, giusto per fidelizzare la sua piccola cliente, aveva avuto la brillante idea di offrire a mia figlia una bambolina “speciale”, perché al suo interno nascondeva ombretto e lucidalabbra. Io avevo espresso le mie perplessità, facendo presente che Alice è un soggetto allergico, ma a quel punto mia figlia lo voleva. Avrei naturalmente potuto rifiutare, come del resto avevo già fatto decine di volte, ma ne approfittai, invece, per, una volta arrivate a casa, fare ad Alice un discorsetto, o meglio una breve lezioncina di comportamento in questi casi (ve la risparmio, ognuno ha la sua). E mia figlia, come del resto tutti i bambini a cui viene spiegato il perché delle cose, mi ha rivolto alla fine un quesito …

L’articolo suddetto cita una fonte autorevole in materia di allergie, ossia l’EACI (European accademy of allergy and clinical immunology, un’organizzazione non profit attiva nel campo delle patologie allergiche ed immunitarie) che lo scorso novembre aveva diramato un comunicato stampa che potete leggere qui. In sintesi, l’EACI richiamava l’attenzione sul fatto che le allergie da contatto sarebbero raddoppiate negli ultimi anni a causa del forte aumento dell’uso indiscriminato nei bambini, non solo di prodotti per il trucco, ma di moltissimi altri cosmetici (deodoranti, inutili fino all’adolescenza, profumi, lozioni, creme, ecc.) non ipoallergenici.

Obiettivo prossimo futuro degli studiosi è ovviamente costituire un pull di esperti per studiare il problema non solo dal punto di vista della diagnosi, ma anche dal punto di vista, più spinoso, della prevenzione.

A questo punto desidero però riflettere su un comportamento comune alla maggior parte dei consumatori “normali”.

Premetto: se io non avessi avuto 1) una nonna infermiera, 2) una madre molto sensibile sull’argomento, 3) una figlia atopica, probabilmente, sarei, forse, indotta, come molti altri, ad acquistare un prodotto “per bambini” che nell’immaginario comune corrisponde a prodotti sicuri, delicati, studiati appositamente per l’infanzia, ecc.. Forse, mi porrei meno domande, dando, forse, per scontato che “certe” domande avrebbero dovuto porsele a monte i produttori. Dico forse, perché in realtà non credo che ne sarei capace, in quanto sono stata cresciuta con la convinzione che porsi dei dubbi è sano e che non bisogna aver timore a rivolgere domande per saperne di più.

Personalmente ho sperimentato altresì che la stessa dicitura “ipoallergenica/o” o “dermatologicamente testato” non è sempre una garanzia, soprattutto quando si tratta di bambini atopici, i quali potrebbero reagire non solo a sostanze allergizzanti (codificate dalla Legge), ma anche a sostanze semplicemente irritative per loro e non per altri.

Ricordo un giorno quando avevamo fatto visita ad una amichetta tedesca, la quale stava armeggiando con un profumo per bambini. Alice aveva cominciato a tossire. Una tosse secca, irritativa, direi io. Non era raffreddata e nulla spiegava quella tosse. La madre mi chiese se potesse essere una tosse “nervosa” (?!?). In un primo momento, nessuno, nemmeno la sottoscritta, aveva collegato la sua tosse al profumo. Avvicinandomi alle bambine, ero stata “assalita” da quella fragranza, e ebbi un sospetto. Chiesi di chiudere la boccetta e di giocare con qualcos’altro. Alice aveva all’epoca due anni: mai visto o annusato un profumo per bambini o per adulti, quindi si esclude l’effetto “auto-soggezione”. La tosse sparì per incanto. Più avanti, in occasione di una visita dalla pediatra, chiesi se quel collegamento da me fatto potesse avere un qualche fondamento o fosse solo frutto della mia immaginazione. Quale fu la risposta? La prima ovviamente.

Tornando al gadget regalato ad Alice (quello nella foto) celava al suo interno 1) lucidalabbra rosso! 2) Ombretto rosso chiaro! come qui a lato;

Foto 2

non solo 3) una gambina si è rotta dopo nemmeno cinque minuti, diventando un arma pericolosa anche solo per giocarci, 4) era ovviamente sprovvisto di etichetta con gli ingredienti, tenendo presente che fragranze e conservanti sono sempre potenziali allergeni (sebbene per un allergico, qualsiasi sostanza può rivelarsi insidiosa, e in generale per un atopico molte sostanze, non necessariamente allergizzanti, possono risultare particolarmente irritative).

Sul mercato ci sono prodotti e prodotti e molti sono totalmente “fuori controllo”.

Vorrete sapere qual era il quesito rivoltomi dalla mia cara figlioletta alla fine della predica. Dopo aver ascoltato pazientemente il mio punto di vista sull’accaduto, con aria angelica mi chiese:” Ma mamma, ma se non vanno bene per i bambini, perché li fanno?”. Me lo chiedo anch’io…

2 commenti

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2 risposte a “Make up per bambini e atopia

  1. Ciao scusa se rispondo qui…lo so…non c’entra nulla con il tuo post ma non sapevo dove scriverti:
    Non credo tu abbia fatto niente di così sbagliato! Se Alice ha accettato la tua proposta significa che ama farsi leggere le storie da te, è una bella cosa a mio parere! Meglio questo che convincerla coi cartoni animati o le caramelle, non credi? Infondo scendiamo a patti coi nostri figli tutti i giorni! Stasera dille che, se vuole un’altra storia, domani si deve svegliare 5 minuti prima. Magari riesci a mettere in moto una piccola routine che ti farà gestire meglio le alzate mattutine. Preparati racconti brevi e fammi sapere com’è andata.
    A presto Silvia

    • Silvia, ma grazie! Lascio il tuo commento qui, perché così chi passa da queste parti può venire a sbirciare dalle tue.
      Terrò presente il tuo consiglio, non ci avevo pensato…

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